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Risarcimento danni per perforazione intestinale dopo un intervento chirurgico

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La richiesta di risarcimento danni a seguito di perforazione intestinale può trovare spazio nell’individuazione di alcuni “step” fondamentali, senza i quali non sarebbe possibile procedere. Ad esempio: dove si è verificato l’evento avverso? È possibile dimostrare che il danno è stato causato da un errore medico?

Può capitare, infatti, che il professionista sanitario non abbia alcuna responsabilità per quanto accaduto ma che commetta degli errori a posteriori, ad esempio non cogliendo i sintomi della perforazione intestinale o sottovalutandoli o, infine, ponendo in essere delle terapie errate.

Chi ha subìto un danno da perforazione intestinale sa quanto possa essere dolorosa e complicata tale esperienza, indipendentemente dalla causa che l’ha scatenata. Ma non si tratta solo di dolore. Il paziente va incontro a un cambiamento fisico e psicologico repentino e deve essere in grado di accettare anche le conseguenze di ulteriori delicati interventi chirurgici che potrebbero migliorare la situazione ma anche peggiorarla, mettendo seriamente a rischio la qualità della sua vita.

Ed è proprio su questi punti che si baserà la richiesta di risarcimento danni per perforazione intestinale.

I sintomi della perforazione intestinale

I sintomi della perforazione intestinale sono legati a due quesiti medici: cosa ha causato e dove si è verificata la perforazione intestinale? Solo rispondendo a queste domande è possibile delineare una sintomatologia precisa e accurata. In generale, infatti, una perforazione gastrointestinale non è altro che uno strappo, un buco che può originarsi in una parte qualsiasi del tratto digerente.

Nella perforazione dell’esofago, dello stomaco o del duodeno, ad esempio, il paziente percepisce un dolore forte e improvviso alla zona addominale. Una sorta di “pugnalata” che può irradiarsi fino alla spalla. Ma possono comparire anche altri sintomi quali febbre, brividi e sanguinamento rettale.

Tuttavia, indipendentemente dalla localizzazione della perforazione intestinale, i sintomi sono normalmente nausea, vomito, perdita di appetito e dolore localizzato.

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Perforazione intestinale dopo intervento chirurgico

I sintomi della perforazione intestinale, come abbiamo visto nel capitolo precedente, sono legati alle cause e queste, a loro volta, variano a seconda della sede in cui avvengono. La perforazione può avere origine da una ferita di arma da fuoco, da un corpo estraneo ingerito erroneamente, da un’appendicite, da una diverticolite o da infezioni intestinali.

In questo approfondimento tratteremo però solo i casi in cui la perforazione dell’intestino deriva da un errore medico. Di conseguenza, ci limiteremo ad analizzare le lesioni provocate a un paziente sottoposto a colonscopia o a interventi chirurgici nel tratto digerente.

Perforazione intestinale dopo colonscopia

Le procedure mediche che possono portare a una lesione del tratto gastrointestinale, con conseguente perforazione dello stesso, sono principalmente tre: l’utilizzo dell’esofagoscopio, la gastroscopia e la colonscopia. In realtà, si tratta di esami considerati sicuri, di cui non bisogna aver timore, ma il rischio zero, in medicina, non esiste.

Ciò, ovviamente, non significa disconoscere l’importanza di tali esami in campo medico. La colonscopia, ad esempio, risulta fondamentale nella diagnosi di tumori maligni, polipi, diverticoli e malattie infiammatorie croniche, ma anche nella prevenzione secondaria del tumore del colon-retto.

In tutti questi casi il rischio di complicanze è relativamente basso. Può tuttavia aumentare quando dalla fase diagnostica si passa a quella terapeutica (come la rimozione di polipi intestinali in persone anziane e quindi più fragili). Gli avventi avversi – come appunto la perforazione intestinale dopo colonscopia – possono manifestarsi subito, durante l’esame medico, oppure nelle ore successive fino a un massimo di 30 giorni di distanza dall’evento.

L’intestino bucato

Se la perforazione intestinale è un buco significa che qualcosa, da quel foro, può anche uscire. Ed è questo il rischio più grande: cibo, succhi gastrici e altro “materiale” contenuto nell’intestino potrebbero riversarsi all’esterno mettendo in moto una serie di complicanze gravi, dalle infezioni (se vuoi approfondire il tema, ne abbiamo parlato nell’articolo “Infezione ospedaliera: risarcimento danni”), alla peritonite batterica, fino alla setticemia.

Nel caso di “intestino bucato” è quindi necessario intervenire subito con un intervento urgente in laparatomia, ossia attraverso un’ampia incisione lungo la parete addominale che permetta di accedere subito all’area danneggiata ma che lascerà conseguenze visibili (i.e. una lunga cicatrice) per tutta la vita.


Leggi anche “Presupposti giuridici sul risarcimento da responsabilità ospedaliera


Risarcimento danni perforazione intestino

La richiesta di risarcimento danni per perforazione dell’intestino deve essere fondata su alcuni punti incontrovertibili. Intanto deve esserci stato il danno, quindi la perforazione dell’intestino. In secondo luogo, bisogna dimostrare il nesso causale tra l’operato dei professionisti sanitari e tale danno.

La responsabilità della perforazione intestinale può non essere dell’endoscopista e nemmeno direttamente collegata a un esame medico. Ma è compito dei professionisti, una volta che si sono manifestati i segnali di allarme, quello di non sottovalutare la situazione e agire con tempestività. In caso di perforazione intestinale, infatti, il tempo è cruciale.

Per gli accertamenti medico-specialisti e medico legali su quanto accaduto, eseguiti a posteriori (quando, cioè, il danno ormai è fatto e si cercano le cause), è necessario appoggiarsi a una squadra di professionisti, come quella di Giesse Risarcimento Danni, di cui fanno parte avvocati penalisti e civilisti, medici legali, chirurgi, neurologi, infettivologi, etc., in grado di tutelare il danneggiato ed aiutarlo a ottenere il risarcimento che gli spetta di diritto.

L’errore medico a seguito della perforazione intestinale

Se l’intestino viene perforato inizia un conto alla rovescia. Il rischio, infatti, è che il materiale interno, irritante e con un’alta carica batterica, possa far partire una setticemia e successivamente una sepsi, con danno grave agli organi del paziente.

Questo momento delicato della malattia è influenzato anche dall’operato dei professionisti sanitari e quindi da eventuali errori medici, quasi tutti riconducibili alla fase di diagnosi di perforazione intestinale. Il medico, infatti, potrebbe chiedere tardivamente una radiografia, una risonanza magnetica o una tac, oppure interpretarla in modo sbagliato o, infine, non comunicare l’esito dell’esame a chi di competenza. Ma, prima di tutto questo, potrebbe confondere la perforazione intestinale con altro, ad esempio con una costipazione, e impostare una terapia completamente errata.

È chiaro che il risarcimento danni per perforazione dell’intestino, anche nel caso di errore medico, non è automatico. Oltre a valutare gli aspetti che abbiamo già sottolineato precedentemente, si dovrà cercare di capire se il paziente fosse stato adeguatamente informato riguardo all’intervento, compresi i rischi ai quali sarebbe andato incontro in relazione anche alla sua età, alle sue condizioni di salute, etc.

Noi di Giesse Risarcimento Danni vantiamo un’esperienza di oltre 28 anni nella tutela delle vittime di malasanità: una volta raccolta la documentazione e le informazioni necessarie, offriamo un parere gratuito, professionale e personalizzato da parte del nostro team di esperti sull’eventuale errore medico commesso.

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